5. Beata Vergine dei Sette Dolori

- Via Roma, androne Cascina Massari -



Nell’androne della Cascina Massari,
situata nel rione un tempo abitato da contadini e braccianti
,
è raffigurata la Beata Vergine Addolorata

nell’edizione della Beata Vergine dei Sette Dolori o delle Sette Spade,
simbolo dell’itinerario della Madre di Dio nella progressiva rivelazione
che le vien fatta della morte del Figlio.

Il dipinto, organizzato in modo armonioso ed efficace,
è datato 1824, tuttavia alcuni elementi compositivi inducono a ipotizzare
che l’impianto originale sia da collocare tra il XVII e il XVIII secolo.
Nel tempo ha subito pesanti rimaneggiamenti (
si veda documentazione fotografica)
e il restauro compiuto nel corso dello scorso mese di settembre
lo rende più vicino alla stesura primitiva.



L’Addolorata, raffigurata in piedi, indossa una tunica rossa con una stola bianca che,
dalla spalla destra, la avvolge e un manto azzurro che le copre anche il capo.
Ha il capo leggermente piegato verso la sua destra
e le mani sono raffigurate di dimensioni maggiori,
allusive alla sua grande capacità di accogliere i dolori della maternità divina.
Con la mano destra indica le croci sul Calvario e con la sinistra sorregge, e rimarca,
le sette spade -tre a sinistra e quattro a destra, secondo l’iconografia seicentesca-
che le trafiggono il petto.

Una strada tortuosa la congiunge idealmente al Calvario su cui stanno le croci,
oggi in numero di quattro, nella versione ottocentesca in numero di sei o sette,
ma che secondo l’iconografia tradizionale dovevano essere tre.

Fa da sfondo una diffusa aureola che sfuma nell’azzurro del cielo
dove fanno capolino quattro teste di puttini alati:
tre a sinistra di chi guarda, in armonia con le tre croci,
e una a destra, al di sopra di un paesaggio agreste.

La sacra immagine è delimitata da una cornice dipinta a finto legno, tonda,
a sua volta delimitata da una cornice dipinta a finto marmo
nella quale stanno due cartigli rettangolari:
- quello superiore reca la scritta
xxxxxxxxx1824 a[nno], 16, 8bre
xxxxxxxxxMATER DOLOROSA
xxxxxxxxxORA PRO NOBIS
- mentre in quello inferiore sono riportati i nomi dei committenti -verosimilmente del restauro-
xxxxxxxxxP(er) DIVOZIONE DELLI FRAT[elli]
xxxxxxxxxFRANCESCO E MARTINO
xxxxxxxxxBROVELLI

La memoria della Beata Vergine Maria Addolorata,
prima della riforma liturgica detta “I Sette Dolori della Beata Vergine Maria”,
è al 15 settembre: giorno seguente la celebrazione dell’Esaltazione della Santa Croce.

Il tema iconografico, diffuso soprattutto nell’arte tedesca, della Madonna dei sette dolori
è nato nella Fiandra alla fine del XV secolo
(
un’incisione dedicata a Carlo V, pubblicata ad Anversa nel 1509,
raffigura la Madonna con le sette simboliche spade disposte a ventaglio
)
e si diffuse rapidamente nelle regioni renane.
Da principio le sette spade venivano rappresentate in un unico fascio;
poco dopo esse verranno disposte tre da un lato -a sinistra, allusivi all’infanzia di Cristo-
e quattro dall’altro -allusivi alla Passione-, oppure in cerchio.

La scena si ispira inizialmente alla profezia di Simeone:
E anche a te una spada trafiggerà l'anima” (
Lc 2,35).
In seguito, anche per influsso della devozione del Rosario,
le spade diventano cinque, come sono cinque le piaghe di Cristo.
Poi il numero dei dolori di Maria cresce a sette, quindici, ventisette, cinquanta,
per stabilizzarsi definitivamente a sette.

I sette dolori della Vergine, da sinistra, indicano:
• la profezia del santo vecchio Simeone,
• la fuga in Egitto,
• lo smarrimento di Gesù al tempo della Pasqua,

• l'incontro con Gesù condannato,
• la salita al Calvario con la croce,
• la morte di Gesù,
• la deposizione nel S. Sepolcro.

La devozione all'Addolorata in Occidente, già presente nella Pietà dai primi secoli,
trovò un campo fertile a partire dal secolo XII con l'istituzione dei grandi ordini religiosi: Cistercensi (
sec. XII), Francescani (sec. XIII), soprattutto Frati Servi di Maria.
Nella spiritualità di questi ultimi il tema dell'Addolorata ha una importanza fondamentale,
che si manifesta già dal loro abito nero,
il cui significato mistico è considerato dalla «Legenda de Origine» (
circa 1320)
come segno “dell'umiltà della Vergine Maria,
e chiaro significato del dolore che Ella soffrì nell'amarissima passione del Figlio suo”.
La Legenda del Beato Filippo (
sec. XIV), a sua volta, precisa:
“Siamo chiamati Servi della Vergine gloriosa,
cdella quale indossiamo l'abito della vedovanza”.
Dalla irradiazione di questi Ordini, che trovò il suo culmine nei secoli XIII-XIV,
sono maturate due celebrazioni liturgiche in onore dell'Addolorata:
quella del venerdì di Passione e, l'altra, del 15 settembre.
Il culto per la Beata Vergine dei Sette Dolori è nato nel XIII secolo
proprio come devozione fra i Serviti di Colonia.
Con il decreto del 1423 del concilio provinciale di Colonia
si introduceva la Commemoratio angustiæ et dolorum Mariæ Virginis
-al venerdì dopo la terza domenica dopo Pasqua-
in riparazione dei sacrileghi oltraggi commessi dagli ussiti
alle immagini del Crocifisso e della Vergine ai piedi della Croce:
“in onore” si precisava “dell’angoscia e del dolore che ella soffrì quando Gesù,
le mani distese in croce e immolato per la nostra salvezza,
affidò la benedetta madre sua al discepolo prediletto”.
Nel 1667 i Serviti ottennero l’approvazione della celebrazione dei “Sette Dolori”
che successivamente entrò nel calendario romano sotto Pio VII
alla terza domenica di settembre, ossia proprio nei giorni equinoziali.
Pio X, nel 1913, la spostò al 15 settembre.

È da rilevare che ad Angera i padri Serviti erano i frati di Santa Caterina
e celebravano per la Confraternita del Rosario che, dunque,
potrebbe aver avuto parte
nell’originaria committenza del dipinto devozionale della Cascina Massari.