3. Immacolata Concezione

- Androne di Piazza Venezia -



Nell’androne d’accesso a piazza Venezia,
nel rione detto “La Varga”
(
forse dal latino valgus: storto, curvo,
con probabile riferimento alla morfologia del luogo che, inarcandosi, si protende verso il lago
),
il nucleo più antico di Ranco, un tempo abitato da benestanti e pescatori,
è raffigurata l’Immacolata Concezione.


La Varga.
1936.


(Foto: Archivio Biblioteca di Ranco)

Il dipinto, che ha subito un intervento di restauro negli anni ‘50 del XX secolo,
è delimitato da una cornice marrone posticcia
e ha la parte superiore a semicerchio
di dimensioni laterali leggermente inferiori rispetto a quelle della nicchia che lo accoglie. Quest’ultimo particolare,
solo apparentemente insignificante,
fa supporre che prima dell’attuale dipinto
la nicchia potesse ospitare un soggetto differente;
poi, forse perché in cattive condizioni di conservazione
o per rendere omaggio ad un culto particolarmente in voga,
la precedente immagine devozionale di probabile impianto settecentesco,
agli inizi della seconda metà del XIX secolo
potrebbe essere stata sostituita con l’attuale.


Pietro Antonio Magatti,
L’Immacolata.

Varese, San Vittore,
Casa prepositurale.

Olio su tela 230x135 cm.
(in Gregori M., 1992, p. 204)

Marc’Antonio Caldarone,
L’Immacolata e Santi.
Primi decenni
XVIII secolo.
Maccagno Superiore, Parrocchiale.

Olio su tela 260x160 cm.
(in Gregori M., 1996,
p. 167)
Antonio Busca,
L’Immacolata.
XVII secolo.
Stresa, Parrocchiale.

Olio su tela 240x190 cm.
(in Gregori M., 1996, p. 162)
Immacolata Concezione
di Ranco.

La Vergine è rappresentata con i capelli sciolti sulle spalle;
indossa una tunica bianca sormontata da un manto celeste,
simboli classici dell’Immacolata:
il bianco l’assoluta purezza e l’azzurro la grazia celeste.
Il manto, che le copre il capo circondato da un nimbo,
è fermato sul petto da una spilla a forma di fiore
ed è leggermente mosso dall’azione spirante del Paradiso.

È da rilevare che il panneggio della tunica non lascia minimamente trasparire
le forme femminili, particolare invece sempre presente
-anche se solo lievemente accennato-
nell’iconografia Mariana che, anzi, è spesso allusiva anche alla gravidanza in corso; pertanto si ha l’impressione di essere di fronte
alla rappresentazione di una figura maschile.


La Vergine è raffigurata con le mani aperte e rivolte verso chi guarda,
secondo un’iconografia particolarmente inusuale,
infatti nelle immagini più antiche diffuse nel nostro territorio,
che si rifanno all’iconografia sei-settecentesca,
l’Immacolata è rappresentata con le mani giunte (
si veda, ad esempio, L’Immacolata del Magatti), oppure aperte con le braccia rivolte verso il basso (si veda L’Immacolata e Santi del Caldarone),
o aperte con le braccia rivolte verso l’alto (
si veda L’Immacolata del Busca).
Col tempo quest’ultimo modo è andato scomparendo
poiché facilmente l’Immacolata poteva essere confusa con la Madonna Assunta.


La parte inferiore del dipinto di Ranco è totalmente sbiadita,
tanto da far solo intuire la nuvola che dovrebbe sorreggere la Vergine,
mentre gli altri simboli correlati
(
Il drago o il serpente: il male sconfitto; il pomo: la sconfitta del peccato originale;
la falce di luna: il dominio sulla ciclicità degli eventi cosmici e, dunque, la vittoria contro il tempo e la morte.
La luna misura il tempo, infatti mensis originariamente significava “mese lunare”. Deriva da un antico termine
indo-europeo che significa 'luna' e la cui radice, me, ha originato méne, mese, nella lingua greca.
Dalla stessa radice deriva il verbo latino metor, dividere, misurare il tempo, sicché Ovidio nei Fasti (III 833) scriveva: “Luna regit menses”.
)
sono scomparsi oppure potrebbero non essere mai stati rappresentati;
infatti, con la proclamazione del dogma e dopo l’apparizione di Lourdes (
1858),
l’iconografia dell’Immacolata assunse canoni estremamente sintetici
determinati dalla grande popolarità acquisita dalla sacra immagine.
Inoltre dalla seconda metà del XIX secolo,
la Vergine iniziò ad essere raffigurata solo in piedi
(
come l’aurora che sorge sul mondo, risplendente di luce),
con le mani giunte o rivolte verso il basso nell’atto di ricevere le preghiere
e le suppliche dei fedeli.


È da rilevare che col tempo all’iconografia tradizionale dell’Immacolata
è stata aggiunta un’unica innovazione,
sostitutiva di altre tradizionali chiavi simboliche: la corona del rosario;
innovazione ben congruente,
apportata verosimilmente per opera delle confraternite del Rosario,
dato che nello sgranarsi delle Ave Maria si fa memoria di quella pienezza di grazia,
di quella partecipazione del Padre, stabilita prima dei secoli,
con Colei che era destinata a portare nel mondo e nel tempo il Figlio.


Francesco Podesti,
La proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione.
1856.
Particolare.
Ancona, Pinacoteca Comunale.

Olio su tela, 104x137 cm.

(in AA.VV., 2005, p. 280)

Statua dell’Immacolata.
Post 1854.
Città del Vaticano,
Palazzo Apostolico,
Stanza dell’Immacolata,
parte superiore del mobile
che accoglie le bolle.


(in AA.VV., 2005, p. 111)

L’anonimo autore del dipinto di Ranco potrebbe aver usato come modello,
per la notevole similitudine riscontrata,
La proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione, del 1856, di Francesco Podesti, servito da bozzetto per la decorazione di una delle stanze dei Sacri Palazzi Apostolici.


Tuttavia, proprio per l’unicità e la particolarità del modello,
non escluderei che la similitudine sia puro frutto del caso
e che invece l’Immacolata di Ranco sia la trasformazione di un’immagine precedente:
San Francesco nell’atto di mostrare le stigmate
(
fondatore dell’ordine dei frati minori,
che si prodigarono nella diffusione della devozione alla Madonna del Rosario.
Canonizzato nel 1228, divenne in breve uno dei santi più popolari della Cristianità.
Era invocato contro le pestilenze
)
o il Sacro Cuore di Gesù;
entrambi soggetti molto cari alla devozione popolare.
A favore di questa seconda ipotesi tengo a evidenziare che:
• nel 1774, per aumentare lo spirito religioso dei parrocchiani
xe in particolare la devozione ai Sacri Cuori di Maria e di Gesù,
xad Angera venne costituita la Congregazione dei SS. Cuori di Gesù e Maria,
xcon sede presso la chiesa Prepositurale di Santa Maria Assunta.
xIl sodalizio divenne rapidamente popolare e rimase attivo fino al 1784,
xanno in cui ne fu decretata la soppressione.
xPertanto potrebbe essere possibile che l’originario committente
xfosse un iscritto alla Congregazione.
• l’iconografia relativa al Sacro Cuore designa il Cristo raffigurato in piedi,
xcon i capelli sciolti sulle spalle,
xprevalentemente con l’abito di colore bianco,
xil manto prevalentemente azzurro,
xentrambe le mani aperte nell’atto
di mostrare le stimmate
x (
come, eventualmente, nel nostro caso),
xoppure con la mano destra indicante il cielo o il proprio Cuore.
Pertanto una ridipittura del Sacro Cuore
poteva facilmente portare alla raffigurazione dell’Immacolata.


Immacolata Concezione
di Francesco Podesti aa aaaa aaaa aa di Ranco

Sacro Cuore di Gesù.
Santino.